Di Andrea Arrighi (psicoterapeuta, analista junghiano)
Il primo impatto con la sola idea di intraprendere una Psicoterapia attraverso Skype può produrre, ragionevolmente, una certa perplessità.
Da sempre il colloquio che caratterizza quasi ogni forma di sostegno psicologico appare un elemento essenziale, soprattutto nel suo svolgersi
dal vivo: un contatto diretto, di lunghezza variabile, con un esperto che ha come obiettivo l'ascolto attento e partecipe di ciò
che una persona che cerca aiuto racconta di sè.
Nello specifico la Psicoterapia ad indirizzo psicodinamico si cimenta in un faticoso lavoro di ascolto in sedute settimanali.
Molte persone spesso approdano ad un percorso psicoanalitico dopo aver sperimentato diverse alternative, tra le più diverse e talvolta
bizzarre (maghi, cartomanti e sette, gruppi pseudo-terapeutici che promettono rapidi miracoli psicologici).
A contatto con un analista ci si trova invece a confrontarsi con un percorso, spesso non di breve durata, dove si viene ascoltati davvero.
E si ha così modo di ascoltarsi, prendendo seriamente in conto quello che diciamo, pensiamo e sentiamo.
Certamente si deve provvedere a garantire alcuni punti fondamentali. In primo luogo, appare quasi scontato ma spesso non lo è, entrambi
i dialoganti - psicoterapeuta e paziente - devono utilizzare una buona connessione internet. Soprattutto il terapeuta è tenuto ad essere
ineccepibile riguardo a questo aspetto. Tuttavia è bene che evidenzi al paziente l'importanza di una connessione che sia la migliore
possibile, proprio tenendo presente che interruzioni per i motivi più diversi sono comunque sempre possibili.
Se il fatto di vedersi attraverso uno schermo può inizialmente generare imbarazzo e apparire artificioso o meccanico è anche vero che l'ascolto come ingrediente di base non viene meno. Il contatto faccia a faccia viene mantenuto.
È indispensabile che il paziente si crei o trovi, nel proprio ambiente di vita o lavoro, un luogo dove non essere
disturbato e poter parlare liberamente. Vanno quindi evitati orari e luoghi in cui è possibile l'intrusione, anche casuale, di persone
estranee al colloquio.
A questo proposito personalmente ho notato che in un qualche modo si entra nel mondo del paziente anche badando a come si presenta a noi. Nelle
situazioni più critiche spesso notavo una trascuratezza particolarmente accentuata e crescente rispetto al vestirsi (nei casi più
gravi qualcuno non si faceva problema a presentarsi in tenuta da notte), ma anche in relazione all'ambiente di vita che spesso proprio le sedute
online rivelano, magari anche con scarsa consapevolezza del paziente.
Quindi è lo strumento skype che in questo caso aiuta a mettere in luce un tema fondamentale rispetto ad ogni percorso psicoterapeutico
o di sostegno psicologico: «vive il paziente nel senso più elementare del termine?» «Come appare il luogo dove
abita?»
Skype come strumento rappresenta, in base alla mia esperienza non solo clinica, qualcosa di molto più significativo rispetto ad
una telefonata. Ci si vede a distanza e in tempo reale.
L'espressione del corpo, almeno quella del viso, può essere materiale su cui lavorare, come in un intervento dal vivo. Tuttavia,
considerando i percorsi conclusi e quelli ancora in corso, devo notare che il contratto migliore terapeuta-paziente è quello che
prevede anche sedute dal vivo: almeno una volta al mese, o se possibile, anche di più. L'esperienza di una seduta con
contatto diretto, non mediato dalla tecnologia, aiuta la terapia online. Tuttavia valgono anche percorsi dove questo non è possibile:
non bisogna trascurare il fatto che oggi spesso la vita lavorativa costringe a spostamenti continui.
Il tipo di terapia che una persona sceglie come più consona a sé e ai problemi da trattare potrebbe non corrispondere ai terapeuti
disponibili nel luogo in cui si vive e lavora. Attraverso Skype la scelta rispetto a quale tipo di percorso e quale professionista scegliere,
se disponibile a questo modo di lavorare, diventa molto più ampia.
Questo lo dico tenendo comunque presente e ricordando che la situazione ideale per un vero e proprio percorso psicoterapeutico o di sostegno
psicologico resta l'esperienza delle sedute dal vivo.
Lo Psicologo online si rivela utile quando non è possibile una soluzione psicoterapeutica più tradizionale o anche in situazioni di emergenza.
Aggiungo, come conclusione, che Skype è servito anche nel tipo di lavoro che propongo in quanto analista junghiano ad orientamento
biografico e filosofico.
Spesso propongo di scrivere dialoghi immaginari tra paziente e alcuni soggetti o temi per lei/lui significativamente critici. Possono essere
i genitori, il partner, ma anche il proprio lavoro o il luogo in cui si vive. Oppure una lista circostanziata dei problemi avvertiti come
più pressanti.
Attraverso skype è possibile una condivisione di quanto scritto e un lavoro successivo rispetto alle emozioni che emergono.
Per contattare il Dr. Andrea Arrighi puoi chiamare il numero 329.2921893 oppure inviare una mail compilando i campi sottostanti